Già in piena estate, periodo di divieto assoluto di caccia, i Carabinieri forestali della Stazione di Massa avevano notato movimenti sospetti nelle campagne di Podenzana; sopralluoghi effettuati in modo riservato nella zona permettevano di accertare che in effetti nelle ore notturne si procedeva ad abbattere cinghiali e forse anche altre specie in violazione di qualunque norma, e con pericolo per l’incolumità di chi casualmente si trovasse a transitare nella zona, non lontana da nuclei abitati.
Si iniziava così un’attività di controllo mirata tramite appostamenti e l’uso di telecamere per accertare chi fossero i responsabili. Nel corso di alcune settimane si acquisivano così elementi probatori sull’attività di pasturazione (pratica – vietata dalla legge – di spargere granaglie ed altri alimenti per attirare nel punto voluto gli animali) svolta da più persone e sull’uccisione di vari cinghiali. I bracconieri si appostavano durante la notte all’interno di una baracca posta in prossimità di un orto da cui potevano in tranquillità inquadrare ed abbattere i cinghiali attirati dal cibo.
Tutti gli elementi acquisiti venivano riferiti all’Autorità Giudiziaria, conseguentemente il Procuratore della Repubblica, Dr. Marco Mansi, disponeva la perquisizione all’interno delle abitazioni dei due principali sospettati ed anche a carico di un ristorante che sembrava essere collegato agli indagati quale possibile acquirente degli animali abbattuti illecitamente.
Le operazioni, che si sono svolte nei giorni scorsi, anche con il coinvolgimento dei CC forestali di Fivizzano e Pontremoli, hanno confermato tutti gli elementi raccolti in precedenza. A casa di uno degli indagati, padre e figlio entrambi cacciatori, sono stati trovati gli undici fucili da lui detenuti e regolarmente denunciati, ma anche un visore notturno con puntatore laser per gli abbattimenti notturni e soprattutto un silenziatore da applicare ai fucili, assolutamente vietato dalla legge.
A casa dell’altro indagato, che non è un cacciatore e quindi si limitava probabilmente alla sola attività di pasturazione presso un capanno nella sua disponibilità, sono stati invece trovati nel congelatore numerose confezioni di carne di cinghiale per un peso complessivo di circa 20 chili; sui pacchetti era stato diligentemente annotato il periodo di uccisione (da giugno a settembre) e la parte di animale congelata.
L’attività di indagine tuttavia è ancora in pieno svolgimento in quanto nel corso della perquisizione sono stati acquisiti molti elementi utili a definire la posizione degli indagati.
Presso il ristorante invece la perquisizione, alla quale hanno partecipato anche i CC del NAS di Livorno, non ha portato al rinvenimento di elementi decisivi; al titolare sono state comunque contestate violazioni amministrative in materia di tracciabilità degli alimenti.